IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE
Giovedì 5 ottobre
20:45
Venerdì 6 ottobre
18:00
Sabato 7 settembre
18:00
Domenica 8 ottobre
20:45
Mercoledì 11 ottobre
18:00
Giovedì 28 settembre
16:30
21:00
Venerdì 29 settembre
18:45
Sabato 30 settembre
18:30
Domenica 1 ottobre
18:45
Mercoledì 4 ottobre
16:30
21:00

prenota posti online       prenota posti con sms


Teo (Adriano Giannini) è un pubblicitario di successo. Ha una fidanzata bellissima e una vita apparentemente felice. Eppure sembra non essere più in grado di vedere il colore delle cose. Emma (Valeria Golino) ha perso la vista a sedici anni, ma nonostante questo non ha mai lasciato che la sua vita precipitasse nel buio. Lavora come osteopata, gira la città con il suo bastone bianco e malgrado il suo handicap sembra vedere le cose meglio di chiunque altro. L’incontro casuale con Teo, tra attrazione e diffidenza è uno di quegli incontri travolgenti e imprevedibili destinati a cambiare tutto per sempre.
Silvio Soldini, tra gli autori più apprezzati del cinema italiano, racconta una storia d’amore passionale, con delicatezza e originalità. Il colore nascosto delle cose ci ricorda che le cose più belle e inaspettate sono spesso invisibili agli occhi.

DURATA   1:55′
GENERE   Drammatico

Valutazione Pastorale
Nel 2013 aveva già affrontato l’argomento, girando ‘Per altri occhi’, un documentario che aveva al centro un gruppo di non vedenti e i loro mille modi di vivere la “normalità”. ‘Da quella esperienza è nata a poco a poco l’idea di questo film “¿grazie al quale ho scoperto un mondo che, devo ammettere, immaginavo diverso¿ho incontrato persone straordinarie, vitali, determinate, curiose, coraggiose¿la cui unica paura era che il mio sguardo su di loro potesse indugiare sulla pietà”.
Così Silvio Soldini a proposito di questo suo film più recente presentato fuori concorso alla 74^ Mostra di Venezia. Soldini (già regista di titoli di successo quali ‘Pane e tulipani’ 2000; ‘Giorni e nuvole’ 2007, ‘Cosa voglio di più’ 2010) individua la linea di passaggio dal doc al racconto di fiction, mettendo a fuoco la vicenda di Emma e del suo incontro con Teo. Quello che si delinea è un delicato scontrarsi tra due opposti, fatto di una incerta capacità di compiere i passi giusti. Preso nella sua quotidianità fatta di invenzioni, slogan, frasi a sorpresa rivolte a vendere meglio i prodotti, Teo vuole continuare a comportarsi così anche nel rapporto con Emma, che sta al gioco, fino a quando la vita di lui non irrompe a spezzare il fragile equilibrio costruito.
Affrontare la disabilità al cinema è, da sempre, un banco di prova terribile e rischioso. Va dato atto a Soldini di essersi gettato nella sfida, senza perdere di vista quel senso di misura, di dignità e di rispetto che hanno fino ad oggi connotato i suoi film. Spesso la paura di incorrere in errori o superficialità induce molto cinema (ad esempio quello americano) ad affidarsi ad attori di provata abilità (es. Dustin Hoffman in ‘Rain Man’) con il conseguente rischio che l’interprete prevalga sul personaggio. Qui la regia si muove con uno stile pacato, con toni quasi mai fuori posto, in linea con una compattezza narrativa che evita eccessi e scatti fuori onda.
Accanto alla vicenda principale si aprono nel racconto alcune situazioni collaterali che allargano la visione d’insieme, e dicono che il film segue una linea di sicura tenuta etica e programmatica. Forse la messa in scena poteva essere più grintosa, meno accomodante. Ma il valore del film resta intatto.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.