PARASITE
Giovedì 5 dicembre
18:00
20:30
Venerdì 6 dicembre
17:00
Sabato 7 dicembre
18:30
21:00
Domenica 8 dicembre
18:30
21:00
Mercoledì 11 dicembre
18:00
20:30
Venerdì 13 dicembre
18:15
Sabato 14 dicembre
18:15
Domenica 15 dicembre
18:30
Mercoledì 18 dicembre
18:00

SINOSSI
I quattro membri della famiglia di Ki-taek sono molto uniti, ma anche molto disoccupati, e hanno davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio dai Park. Arrivato a casa del signor Park, proprietario di una multinazionale informatica, Ki-woo incontra la bella figlia Yeon-kyo. Ma dopo il primo incontro fra le due famiglie, una serie inarrestabile di disavventure e incidenti giace in agguato

 

 

DURATA   2:12′
GENERE   Drammatico

Recensione CNVF
Arrivato al Festival di Cannes 2019 da outsider, Parasite ne è uscito con il premio maggiore, la Palma d’oro, assegnata per aver avuto il coraggio di affrontare un argomento oggi fortemente trascurato: la lotta di classe. In effetti il tema sembra ormai passato in secondo piano, e non per il venir meno dei motivi che lo spingevano, ma perché la loro soluzione è ormai delegata ad una conflittualità tendente al compromesso. Se questo è vero per l’Europa e il mondo anglosassone, lo stesso non vale per l’estremo oriente, dove invece i conflitti sociali sono visti in modo assai severo. Il cinema della Corea del Sud poi ha codificato negli anni una narrazione degli avvenimenti sociali tutta rivolta a descriverne gli esiti cattivi, malvagi e segnati da una violenza imprevedibile. Così questo “Parasite”, confermando la forte differenza tra il cinema a noi più vicino e quello invece più lontano, ci porta in una dimensione storica, etica e morale che non guarda in faccia a nessuno e lavora su una violenza segnale di uno smarrimento ideologico e valoriale profondo. Ad equilibrare la visione il regista ha messo in campo uno stile di grande maestria visionaria con momenti onirici tra realtà e finzione. Forse per questo il film ha ricevuto il primo premio a Cannes.
Comunque, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.