L'UOMO FEDELE
Giovedì 11 aprile
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Venerdì 12 aprile
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Sabato 13 aprile
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Domenica 14 aprile
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Mercoledì 17 aprile
18:30

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SINOSSI
Marianne e Abel si amano e vivono insieme, almeno fino a quando Marianne non lascia Abel perché aspetta un figlio da Paul, il miglior amico di Abel. Marianne lo sposerà presto e lui deve andarsene, in fretta. Abel non oppone resistenza e se ne va come fosse niente ma non è niente. Nove anni dopo, il cuore di Paul si ferma. Abel e Marianne si rivedono al funerale. Gli ex amanti si riavvicinano ma Eve, sorella di Paul, uscita dall’adolescenza e innamorata da sempre dell’amico del fratello, vuole Abel e dichiara guerra a Marianne. A complicare tutto poi c’è Joseph, figlio di Marianne e Paul, appassionato di enigmi polizieschi e convinto che la madre abbia avvelenato il padre.

 

 

DURATA   1:15′
GENERE   Drammatico / Sentimentale

Recensione CNVF
Il Louis Garrel attore, nato nel 1983, ha lavorato finora in una trentina di film, soprattutto francesi. Essendo figlio di Philippe Garrel, regista dalla messa in scena bella e inquieta, è poi a sua volta passato alla regia, ed ha esordito nel 2015 con Due amici.
Se c’erano in questo film agganci con il mondo cinematografico nel quale il giovane Louis è finora vissuto, questi richiami si sono certo fatti più espliciti con l’opera seconda, che dichiara fin dall’inizio legami tanto evidenti quanto affascinanti. La prima sequenza dell’addio tra Abel e Marianne è sintomatica: alla notizia di una gravidanza di lei con il suo migliore amico, la reazione è composta e pacata, quasi silenziosa. Stacco, passano otto anni e i due si incontrano di nuovo al funerale di Paul. E qui riprende la loro storia, come se fosse terminata poco prima. La voce fuori campo tiene vivi i momenti di raccordo. E in ogni passaggio avverti l’eco di una qualche sfumatura non detta, di un’eco faticosa e distorta. Quando entra in ballo anche Eve, lo scenario si completa nel suo groviglio sentimentale. Eve vuole conquistare Abel e, se Marianne si oppone, lei è disposta a dichiarare guerra. Che lo spettatore dovrà immaginare che scoppi, ma senza sentire spari, urla, allarmi: solo gesti sottotraccia e pacati.
I riferimenti a Truffaut e Rohmer (alla Nouvelle Vague mediata dal prediletto Hitchcock) sono striscianti, sottili, non invadenti ma precisi. E Garrel, conferma di possedere uno sguardo gentile e delicato, che accetta gli scherzi dell’amore anche riconoscendone i misteri.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.