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In LADY BIRD, Greta Gerwig si rivela una nuova, audace voce cinematografica con il suo debutto alla regia, facendo emergere sia l’umorismo che il pathos nel legame turbolento tra una madre e la figlia adolescente. Christine “Lady Bird” McPherson (Saoirse Ronan) combatte, ma è esattamente come sua madre: selvaggia, profondamente supponente e determinata (Laurie Metcalf), un’infermiera che lavora instancabilmente per mantenere a galla la sua famiglia dopo che il padre di Lady Bird (Tracy Letts) perde il lavoro. Ambientato a Sacramento, California nel 2002, in un panorama economico americano che cambia rapidamente, Lady Bird è uno sguardo commovente sulle relazioni che ci formano, le credenze che ci definiscono e l’ineguagliabile bellezza di un luogo chiamato casa.
GENERE Commedia
- ANNO: 2017
- REGIA: Greta Gerwig
- ATTORI: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Odeya Rush, Timothée Chalamet, Kathryn Newton, Jake McDorman, Lois Smith, Laura Marano
- PAESE: USA
- DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
- DATA USCITA: 01 marzo 2018
Valutazione Pastorale
Ostico, appuntito, non riconciliato, il copione taglia trasversalmente il ritratto di Christine, facendone a poco a poco il prototipo della ragazza americana di oggi, compressa tra la fine dell’adolescenza, l’affacciarsi alla maggiore età e una innata voglia di ribellione. A un certo punto, dopo la scoperta che il padre ha perso il lavoro ed è aggredito dalla depressione, in Christine emerge la voglia di evasione, di frequentare un’università fuori dalla California. È il momento in cui, i giovani americani mettono in campo molti sogni, l’intenzione di dare corpo a ipotesi e tentativi di costruirsi un futuro nuovo e differente. E’ evidente qui la rabbia verso un tipo di vita sempre uguale e standardizzata, il grido di rivolta contro l’impossibilità di cambiare situazioni all’apparenza ferme e immutabili. La scuola ci mette del suo: Suor Sarah Joan, un’insegnante, e padre Leviatch, il preside, rappresentano le figure di un’autorità, quella docente, che non opprime ma trasmette talvolta agli alunni, le proprie problematiche e le molte inibizioni. Christine, che da sempre si fa chiamare ‘Lady Bird’, perché è importante uscire dall’omologazione, riceve una lettera di ammissione ad una università di New York.
Quando compie diciotto anni ed è quindi maggiorenne, assapora così la prospettiva di gestire una libertà fino a quel momento irraggiungibile. Arrivata nella grande mela, Lady Bird riprende il vero nome. Va alla messa domenicale e, all’uscita, telefona alla madre: “Ciao mamma sono Christine” le dice, chiusura forte e intensa, aperta a disegnare la linea di un orizzonte generazionale forse incerto ma orientato verso la riconciliazione. Ne risulta un esordio sofferto e convincente, nel quale la regista realizza un incisivo resoconto su un panorama generazionale oggi confuso e di non facile interpretazione.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.