Il Premio Oscar MEL GIBSON dirige un film epico sulla storia vera del medico dell’esercito americano, Desmond T. Doss (Andrew Garfield). L’uomo, un obiettore di coscienza che rifiutava l’uso delle armi, fu insignito della Medaglia d’Onore dal Presidente Harry S.Truman per aver salvato da solo con le proprie forze più di 75 COMPAGNI durante la brutale battaglia di Okinawa nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Candidato a sei premi Oscar: Miglior Film, Miglior Attore Protagonista, Miglior Regia, Miglior Montaggio, Miglior Montaggio Sonoro, Migliori Effetti Sonori
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GENERE Guerra/Forti emozioni
- REGIA: Mel Gibson
- ATTORI: Andrew Garfield, Teresa Palmer, Sam Worthington, Vince Vaughn, Luke Bracey, Hugo Weaving, Rachel Griffiths, Richard Roxburgh
- SCENEGGIATURA: Andrew Knight, Robert Schenkkan
- FOTOGRAFIA: Simon Duggan
- MONTAGGIO: John Gilbert
- PRODUZIONE: Cross Creek Pictures, Demarest Media, IM Global
- DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
- PAESE: USA
- DATA USCITA: 02 febbraio 2017
Valutazione Pastorale
Anche in questo caso bisogna ripetere che tutto è “tratto da una storia vera”. Desmond Doss è rimasto nella storia come il primo obiettore di coscienza negli USA.
E questo è il punto di partenza: il resto è nel soggetto e racconta del rapporto tra Desmond e il fratello, tra Desmond e il padre alcolizzato, tra Desmond e la madre; infine tra Desmond e la sua fidanzata Dorothy.
E poi la guerra, Desmond sbeffeggiato e preso in giro per la sua scelta di rifiuto delle armi, il processo, l’assoluzione, la battaglia, la salvezza di tanti commilitoni.
Doss muore nel marzo 2006 a 87 anni, e lascia un ricordo profondo destinato ad allargarsi nella memoria nei cuori degli americani.
Risulta vincente la scelta di Gibson di dedicare a lui un film, “tutto suo”. Che poi non è solo tale. Perché mentre esalta le virtù civili e religiose di Doss, Gibson compone in realtà un affresco aspro e potente sulla crudezza del conflitto bellico, senza tralasciare niente all’immaginazione. Pagine crude e forti che, affrontate con la Bibbia in mano segnalano la precisa volontà del regista di tornare a rappresentare una figura di uomo solo e votato al sacrificio. Com’era Braveheart, com’era Apocalypto: insomma una nuova Passione.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e da affidare a dibattiti.