JOY è la storia turbolenta di una donna e della sua famiglia attraverso quattro generazioni: dall’adolescenza alla maturità, fino alla costruzione di un impero imprenditoriale che sopravvive da decenni.

Tradimento, inganno, perdita dell’innocenza e pene d’amore sono gli ingredienti di questa intensa ed emozionante storia sul diventare punto di riferimento sia nella vita privata sia nell’ambito professionale, scontrandosi con un mondo del lavoro che non perdona. Gli alleati diventano nemici e i nemici diventano alleati, sia dentro che fuori la famiglia, ma il lato più intimo di Joy e la sua fervida immaginazione la aiutano a superare i problemi con cui si dovrà scontrare.

Un film con Jennifer Lawrence, Rober De Niro, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Isabella Rossellini, Diane Ladd e Virginia Madsen. Come i precedenti film di David O. Russell, Joy sfida i generi per raccontare una storia di famiglia, lealtà e amore.

DURATA: 2:04'
GENERE: Commedia / Drammatico

Valutazione Pastorale
Non è la famiglia in cui cresce Joy a motivarne le reazioni, i suoi momenti di irritazione, le sue reazioni scomposte, ma a scompigliare le carte concorre anche il modo scelto per raccontare. Perché la voice over che quasi subito interviene, mette a nudo quello che diventerà il tema centrale: il rapporto passato/presente/futuro.
Con acume e psicologia, Russell sintetizza il percorso del tempo, quello ‘reale’ e quello ‘percepito’ in una sorta di gabbia nella quale talvolta sembra che tutto sia immobile. Così va vista la scelta della mamma di Joy che ‘vive’ la vita dal televisore della propria stanza da letto, come un tempo unico, fisso e non variabile. Così appare agli occhi di Joy quel ripetersi delle cose tra illusioni, successo, crollo e necessità di ricominciare. Tutto sembra un invito a ripetere, a replicare, a non abbandonare, senza tuttavia qualcosa di veramente valido e motivante.
Alla fine, il trionfo di Joy appare fin troppo ‘facile’ e ‘prevedibile’, e i suoi successi frutto di ostinata caparbietà sono il portato di un invidiabile segno di unità di intenti. Composito, smarrito, evasivo, il racconto è il segno di un periodare di Russell tra i residui dell’american dream, senza che i contorni ne alterino la sostanza. Quella famiglia variegata (marito, padri, madri, stranieri di vecchia e nuova generazione, sorelle…) è lo specchio di un’America che cresce (o si illude di farlo) nel segno di una inspiegabile continuità.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile/problematico e adatto per dibattiti.