Ewan McGregor dirige e interpreta la storia che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.

Tratto dal capolavoro di Philip Roth vincitore del Premio Pulitzer, è la storia di Seymour Levov detto “lo Svedese”, un uomo che dalla vita ha avuto tutto: bellezza, carriera, soldi, una moglie ex Miss New Jersey e una bambina a lungo desiderata, ma il cui mondo pian piano va in pezzi quando la figlia ormai adolescente compie un atto terroristico che provoca una vittima.
Com’è possibile che una tragedia di questo tipo sia accaduta proprio allo Svedese, la persona che per tutta la sua vita ha incarnato il Sogno Americano? Dove ha sbagliato?

DURATA   2:06′
GENERE   Drammatico

Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è l’omonimo romanzo scritto da Philip Roth, vincitore del Premio Pulitzer nel 1997. L’autore si concentra sul suo protagonista, Seymour Levov, ebreo benestante e integrato, biondo, sportivo, erede di una fabbrica di cappelli nota e apprezzata in molte parti del mondo.
La parabola di Seymour inizia nell’America del dopoguerra piena di entusiasmo e di grandi prospettive. Il giovane, dopo aver faticato non poco, corona il sogno di sposare l’amata Dawn e poco dopo nasce la figlia Merry. La quale, ponendosi come l’antagonista inattesa del padre, diventa il vero motore del racconto.
E’ attraverso di lei che Seymour è (quasi) costretto a vivere sulla propria pelle i molti avvenimenti che agitano la storia americana, a cominciare dal Vietnam, una guerra mai digerita e che porta Merry ad abbracciare atteggiamenti di forte contestazione. Proprio mentre cerca di contrastare questa azione di disturbo, Seymour fa i conti con la forza d’urto del carattere della figlia. Ed è uno scontro dal quale il padre esce sconfitto. Nella resa incondizionata di Seymour va visto il tramonto di quel ‘sogno americano’ che era stato il biglietto da visita degli Stati Uniti nel mondo. La fine di una favola.
Questa amara parabola è raccontata con toni amari e di oggettiva tristezza.
L’impressione è che la pagina scritta sia stata in grado di restituire con maggiore drammaticità e realismo la tragedia vissuta da Seymour e Dawn.
La messa in scena di McGregor invece, nonostante gli sforzi, non va al di là di una elegante illustrazione, ben fatta e impeccabile ma priva di autentico pathos. Molti passaggi risultano alquanto sottotono e vissuti con poca tensione emotiva.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.